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9 marzo 2010

Il Tribunale di Napoli a proposito dell’onere della prova

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Segnaliamo la sentenza del Tribunale di Napoli n.1670/2010 che, affrontando la controversa questione della distribuzione dell’onere della prova nei giudizi aventi ad oggetto la restituzione degli interessi anatocistici, ha rigettato l’istanza di ordine di esibizione che, usualmente, gli attori propongono ai sensi dell’art.210 c.p.c. al fine di far ricadere sulle banche convenute il peso dell’allegazione della documentazione contabile. Il Tribunale ha precisato che i documenti contabili (estratti conto e contratti di conto corrente) sono tutti nella disponibilità potenziale del cliente che, peraltro, ha il diritto di richiederli in base all’art.119 del TUB.

Pertanto, non si può ritenere che la suddetta documentazione sia nell’esclusiva disponibilità delle Banche con impossibilità del cliente a produrla in giudizio. Nè il mancato assolvimento dell’onere della prova incombente sull’attore, nel caso di specie, poteva essere colmato con la CTU contabile dal momento che in mancanza dei documenti essa non potrebbe che avere finalità meramente esplorativa.

19 agosto 2009

L’onere della prova

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Inauguriamo una nuova sezione del blog dedicata alle problematiche connesse alla distribuzione dell’onere della prova nei giudizi di anatocismo, invitando i visitatori del sito e gli operatori del settore a leggere le sommarie osservazioni che abbiamo formulato su tale tematica e a fornire contributi critici e giurisprudenziali.

Osservazioni sull’onere della prova nei giudizi di anatocismo

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Nei giudizi promossi dai correntisti allo scopo di ottenere la restituzione degli interessi anatocistici spesso si pone il problema della distribuzione dell’onere della prova tra attore e istituto di credito convenuto. Non di rado tale problematica è affrontata e risolta, nei casi concreti, ricorrendo ad una vistosa quanto ingiustificata deroga alla regola di giudizio sancita dall’art.2697 c.c. La suddetta norma dispone che “Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento. Chi eccepisce l’inefficacia di tali fatti ovvero eccepisce che il diritto si è modificato o estinto deve provare i fatti su cui l’eccezione si fonda.”
Pertanto, l’attore deve provare i fatti costitutivi della pretesa e il convenuto i fatti modificativi, estintivi o impeditivi. Tuttavia, nei giudizi di anatocismo tale regola è disattesa dal momento che i giudici, sovente, adottano provvedimenti che, di fatto, invertono l’onere della prova. In particolare si fa riferimento all’ordine giudiziale di esibizione della documentazione contabile disciplinato dall’art.210 c.p.c..
(continua…)

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